di e con Bobo Nigrone e Francesca Rizzotti
Musiche dal vivo a cura di Laura Culver
Disegno luci di Massimo Vesco
Allestimento tecnico di Marco Alonzo
Regia Bobo Nigrone
Produzione Onda Teatro
Dagli 8 anni
PRODUZIONE 2005
Due personaggi, immaginati al tavolino di un grande dehors di una città turistica e una stravagante barista–musicista, affrontano con musica e parole una riflessione su “come” viviamo oggi per fare un confronto con il passato e immaginare un habitat futuro.
Tra una “consumazione” e l’altra, la discussione prende corpo e i tre dialoghi (presente, passato e futuro) si accendono di tinte tragicomiche, poetiche e grottesche, mentre le musiche punteggiano i ragionamenti e le azioni e creano un sipario tra una discussione e l’altra.
La creazione di questo spettacolo nasce dalla una riflessione sul tema dell’ambiente e dalle suggestioni che la parola “habitat” ci ha offerto. Solitamente per “habitat” s’intende l’insieme delle condizioni ambientali che permettono la vita e lo sviluppo di determinate specie vegetali e animali, tuttavia possiamo anche definire l’habitat come il complesso delle condizioni ambientali, delle strutture e dei servizi che caratterizzano un’ area di insediamento urbano.
Il testo da qui si muove, e l’intento è quello di sensibilizzare i ragazzi e i giovani sull’habitat nel quale vivono e su quello che costruiranno nel loro futuro.
Per “tradurre” questa riflessione in un linguaggio teatrale, ci siamo ispirati, nello stile e nel lessico, a grandi autori del teatro dell’assurdo come Tardieu e Ionesco e, grazie alla commistione di musica e parole, lo spettacolo tratta con leggerezza e ironia un tema urgente coinvolgendo lo spettatore con riflessioni poetiche amare, per sorprenderlo infine con un finale inaspettato.