Di Bobo Nigrone, Francesca Guglielmino e Silvia Elena Montagnini
Con Claudia Appiano / Francesca Guglielmino e Silvia Elena Montagnini
Regia Bobo Nigrone
Consulenza storica Giovanni Galli e Sarah Kaminski
Allestimento tecnico Lisa Guerini e Simona Gallo
Organizzazione e ufficio stampa Francesca Savini
Produzione Onda Teatro
In collaborazione con il Sistema Teatro Torino
Con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Dagli 8 anni
Lo spettacolo racconta, nel contesto della storia italiana e internazionale della Seconda Guerra Mondiale, i fatti che, a partire dal settembre 1943, portano alla prima strage degli ebrei in Italia, nella zona del lago Maggiore, a Baveno.
La dignità umana calpestata, il silenzio, l’indicibile, l’ingiustizia del processo, rivelano una storia poco conosciuta, attraverso un linguaggio scarno, poetico, ironico.
La narrazione, che si rivolge direttamente ai ragazzi, prende avvio dalla poesia “Se questo è un uomo” di Primo Levi e dalla proiezione di immagini storiche, per avvicinarsi gradualmente alla strage avvenuta sul lago Maggiore in cui tre famiglie in tre giorni e altri civili persero la vita. L’illusione che giustizia possa essere fatta, ventidue anni dopo, al lunghissimo processo di Osnabruk, si spegne di fronte ad una sentenza che prescrive il reato di sterminio.
I membri delle famiglie, i personaggi che abitano a Baveno, i soldati confusi dall’otto settembre, i tedeschi e i fascisti vengono impersonati dalle attrici che alternano narrazione e teatro d’attore.
La follia dell’uomo e della sopraffazione nei confronti degli altri uomini, il disprezzo della diversità sono temi che parlano anche della contemporaneità. Assistere a questo spettacolo è per i ragazzi occasione di riflessione su contenuti fondamentali per l’educazione alla cittadinanza e per l’accettazione dell’altro, attraverso l’invito a ricordare, anche in previsione del fatto che con il passare del tempo i testimoni diretti della storia non ci saranno più.
SCHEDA DIDATTICA (Scarica PDF)
PREMIO MIGLIOR SPETTACOLO GIOCATEATROTORINO 2010 Motivazione della giuria: “Per il coraggio nelle modalità di offrire ad un giovane pubblico tematiche complesse, partendo da una vicenda radicata nel territorio di appartenenza. Per il linguaggio essenziale ed efficace, per la generosità delle interpreti in una equilibrata e non scontata drammaturgia”.